mercoledì 11 marzo 2015

ISCRIZIONE A RUOLO TELEMATICA DI UN DECRETO INGIUNTIVO

Di seguito spiegheremo come creare una busta per la iscrizione a ruolo telematica di un riscorso per decreto ingiuntivo.
Nel processo telematico (PCT), la trasmissione (deposito telematico) di un atto giudiziario, avviene attraverso un programma software denominato "redattore atti". Contrariamente a quanto il nome lascerebbe immaginare non si tratta di un software per la scrittura (redazione) di un atto, bensì per l' "imbustamento" di un atto già redatto e trasformato in file PDF (istruzioni), nonchè per la sottoscrizione con firma digitale del medesimo. La trasmissione telematica di un atto pertanto presuppone la installazione del software "redattore atti" (istruzioni), il quale a propria volta ne presuppone il settaggio (istruzioni), e prima ancora presuppone la installazione, sul computer del mittente, del dispositivo per la firma digitale e la configurazione del browser (istruzioni per Win Mac e Linux). 
Come anticipato, in questo blog si tratterà esclusivamente di un "redattore atti": SLpct (scaricabile da qui o dai link a sinistra di questo blog) perchè esso è l'unico gratuito, ed è stato realizzato da Evoluzioni Software s.p.a. per la Regione Toscana, la quale lo ha messo a disposizione di tutti gli avvocati italiani. Ovviamente in commercio esistono molti altri "redattori atti" che possono essere utilizzati in alternativa a SLpct.

Si presuppone pertanto che avremo il nostro atto (ricorso per decreto ingiuntivo), scritto con un programma di videoscrittura (word processor) e trasformato in file PDF (istruzioni), pronto per essere spedito telematicamente alla cancelleria del Tribunale. Ricordiamo ancora una volta che il file PDF in questione deve essere un PDF testo, ossia ottenuto frasformando il file del word processor direttamente in PDF. La procedura consistente nello stampare il file di word processor su carta e successivamente scansionare l'atto ottenendo un PDF è errata e porterà al rigetto del ricorso (vi è già giurisprudenza sul punto). La procedura "stampa e scansiona" è inammissibile perchè il PDF così ottenuto sarebbe un PDF grafico e non testo. Perchè è così importante che il PDF sia testo? Perchè se il PDF è testo, parti dello scritto potranno essere copiate ed incollate, dal giudice o da altri soggetti che partecipano al processo (l'avvocato di controparte, il CTU ecc.).
Come detto in altro post (istruzioni su come creare un PDF testo) alcuni vecchi word processor su windows non offrono la opzione di creare direttamente un PDF. Si utilizzano in tal caso dei software appositi che trasformano il file DOC in PDF, ma ATTENZIONE alcuni di questi software (ad es. PDF creator) non conservano i collegamenti ipertestuali nel passaggio al file PDF. Questo inconveniente, in alcuni casi, è molto grave. Infatti il protocollo del Tribunale di Roma prescrive l'uso di tali collegamenti ipertestuali nella redazione del ricorso per ingiunzione, per cui un PDF che ne fosse privo non verrebbe preso in considerazione. Per la redazione di atti endoprocedimentali, invece, non è prescritto l'uso dei collegamenti ipertestuali, per cui il problema non si pone.

COLLEGAMENTI IPERTESTUALI cosa sono e perchè sono richiesti nel ricorso per DI.
I collegamenti ipertestuali sono semplicemente del link. Navigando in internet ci imbattiamo spessisssimo in parole con un colore diverso o in grassetto. Passando il mouse su tale parola il puntatore si trasforma in una mano. Sappiamo che ciò segnala la presenza di un link, e che quindi, cliccando su tale parola, si aprirà un'altra pagina web.
Il collegamento ipertestuale è identico ad un link di un sito web, con l'unica differenza che, cliccando su di esso, non si aprirà una pagina web, bensì apparirà un altro file.
Questo file può essere di qualsiasi tipo (testo, audio, video ecc). Ovviamente nel caso che ci interessa, parlando di atti giuridici, il collegamento ipertestuale porterà ad un altro file PDF. Quali sono i file PDF che saranno collegati al ricorso per decreto ingiuntivo?
Saranno ovviamente gli allegati citati all'interno del ricorso. Ad esempio, se si fa riferimento alla fattura n. xx del xx per € xxxx, gli avvocati fanno seguire a tale citazione la indicazione dell'allegato. Es: "(cfr. all. 1)". Ebbene in corrispondenza di tale citazione "(cfr. all. 1)" dovrà essere creato un collegamento ipertestuale a tale allegato, ovvero la fattura n. xx del xx per € xxxx.
Perchè è necessario creare questi collegamenti ipertestuali? Per rendere più facile la vita al giudice chiamato ad emettere il decreto ingiuntivo. Il giudice infatti, leggendo il ricorso, cliccherà sul collegamento ipertestuale, gli apparirà la fattura da noi citata, ed andrà avanti nella lettura del ricorso.
La creazione di questi collegamenti ipertestuali, in corrispondenza degli allegati, costituisce l'unica novità, nella redazione di un ricorso per ingiunzione telematico, rispetto a quello ordinario cartaceo.
COME INSERIRE QUESTI COLLEGAMENTI IPERTESTUALI
Non ci si lasci spaventare. L'operazione è elementare. Inannzi tutto io consiglio di predisporre tutto quello che ci occorre prima di iniziare a redigere il ricorso per ingiunzione. Il tempo dedicato alla preparazione ne farà risparmiare moltissimo in sede di redazione. Il mio consiglio è quello di aprire una nuova cartella sul desktop o dove preferite. In tale cartella andranno inseriti i seguenti file:
1) bozza del ricorso per DI (in formato doc)
2) procura sottoscritta analogicamente dall'assistito (quindi con firma di suo pugno su un foglio di carta), successivamente scansionata e trasformata in file PDF grafico (trattandosi di un allegato e non dell'atto principale è ammesso il PDF grafico)
3) contributo unificato e marca da bollo scansionate (meglio se a colori) in PDF grafico
4) Nota di iscrizione a ruolo con codice a barre in PDF testo (*)
5) Nota spese in PDF testo
6) indice degli allegati in PDF testo
7) allegato 1 (es. visura camerale)
8) allegato 2 (es. fattura commerciale)
9) allegato 3 (es. copia autentica delle scritture contabili ove è annotata la fattura)
10) allegato.... ecc
(*) in realtà la nota di iscrizione a ruolo dovrebbe essere superflua, in quanto generata automaticamente dal programma "redattore atti". Tuttavia non tutti i redattori generano la nota di iscrizione e comunque, melius abundare quam deficere.



E' importantissimo che ognuno di questi file sia denominato in un modo preciso, ed è indispensabile che tale denominazione avvenga prima di redigere il ricorso per ingiunzione; per cui vi invito a leggere subito le "istruzioni su come si denominano i file di un DI", consultabile qui, ed a proseguire nella lettura del post solo dopo aver denominato correttamente i detti files.

Torniamo ai collegamenti ipertestuali. Apriamo il file doc della bozza del ricorso per DI (che avremo denominato "ricorso"), ed iniziamo a redigere l'atto. Una volta inserito il primo riferimento ad un allegato, es. " fattura n. xx del xx per € xxxx (cfr. all. 1)" dovremo inserire il collegamento ipertestuale. 
Dove inserirlo? A mio avviso il posto più idoneo è in corrispondenza di: "(cfr. all. 1)".
Come si procede?
a) evidenziare con il mouse il testo "(cfr. all. 1)"
b) dalla barra dei menù del programma di videoscrittura (word processor) selezionare "inserisci" e scegliere dalla tendina: "collegamento ipertestuale". Per i diversi software di videoscrittura i menù potrebbero essere diversi, ma comunque molto simili.
c) si aprirà una finestra di dialogo che permetterà di scegliere se inserire un collegamento ad una pagina internet (web) oppure se ad un file (documento) oppure ad un indirizzo email o ad altro ancora. A seconda del word processor utilizzato le dizioni saranno differenti, ma comunque deve esserci il modo per poter scegliere di collegarci ad un FILE. Una volta premuto il tasto corrispondente alla scelta "file" (spesso denominato "documento"), dovremo premere il pulsante "seleziona" (o similare: es "carica").
d) si aprirà una ulteriore finestra di navigazione che ci permetterà di andare a trovare il file a cui vogliamo collegare la scritta "(cfr. all. 1)". Se avrete seguito il mio suggerimento, tale allegato 1 si troverà all'interno della cartella già predisposta, e sarà facilmente riconoscibile, perchè sarà stato denominato "01 <descrizione dell'allegato>". Una volta selezionato il file, premete il bottone "Apri" (o similare) e successivamente "OK" (o similare).
FINITO.   E' molto più semplice di quanto non si creda.
Vi accorgerete ora che il testo "(cfr. all. 1)" ha ora cambiato colore e probabilmente è in grassetto. Questo indica che adesso, cliccando su "(cfr. all. 1)", si aprirà proprio quel documento. Fate la prova.
Se tutto funziona a dovere si può proseguire nella redazione del ricorso, ripetendo la procedura di inserimento del collegamento ipertestuale in corrispondenza dei successivi allegati.
Terminata la redazione del ricorso, si procederà a trasformarlo in PDF testo (istruzioni su come creare un PDF testo).

IMBUSTAMENTO (redattore atti)
A questo punto siamo pronti per "imbustare il tutto" ossia per confezionare il file Atto.enc che sarà trasmesso telematicamente alla cancelleria del Tribunale; operazione che equivale alla iscrizione a ruolo del ricorso per Decreto Ingiuntivo.
Avviate il programma redattore atti (nel nostro caso SLpct)

selezionate il “Codice fiscale del mittente” che firmerà la busta (ossia dell'avvocato che ha ottenuto il mandato per il decreto ingiuntivo)
Sarà necessario effettuare le scelte relative a:
Cartella: rappresenta il tipo di archiviazione delle buste.
Identificativo busta: contiene il nome della busta necessario per riaprirla con il pulsante “Apri”
Registro: nel nostro esempio Contenzioso Civile 
Ruolo: Procedimenti speciali sommari 
Grado: Primo
Tipo parte: selezionare la posizione processuale 
Tipo Atto: Ricorso
Nel campo “Atti” selezionare Procedimenti di ingiunzione – Ricorso per decreto ingiuntivo
Cliccare il tasto “Avanti”.
Ufficio: è un campo obbligatorio. Cliccando sulla casella di scelta avremo l'elenco di tutti gli uffici giudiziari. Premendo la lettera iniziale è possibile saltare alla sua corrispondente per velocizzare la selezione desiderata.
Riferimento: non obbligatorio ma utile per aggiungere un eventuale riferimento al decreto ingiuntivo
selezionando Nuovo. 
Valore della causa: non obbligatorio in questa fase.
Cliccare il tasto “Avanti”.
Cliccare il tasto “Avanti”.
Domanda: non obbligatorio
Cliccare il tasto “Avanti”.
Partecipanti: dovranno essere inseriti i dati degli Attori, Convenuti ed eventuali Chiamati.
Cliccando su “Nuovo” verrà presentata la videata di inserimento dove i campi rossi contrassegnano dati obbligatori. Molto importante è la forma giuridica in base alla quale verranno richiesti dati obbligatori diversi.
Cliccando su “Conferma” torneremo alla videata precedente e visualizzeremo l'elenco dei “Partecipanti” inseriti.
Cliccare il tasto “Avanti”.
Avvocato: rappresenta l'avvocato mittente della busta. È obbligatorio che sia presente l'avvocato che sta creando la busta scelto nella prima videata.
Cliccando su “Nuovo” si aprirà la gestione degli avvocati dove potremo inserire i dati anagrafici. Cliccando su “Professionisti” potremo sceglierne uno dall'elenco precedentemente creato dal menu “File, Professionisti”.
Cliccare su “Avanti” e si aprirà la videata dove si dovrà inserire la “Parte rappresentata”.
Scegliendo “Nuovo” si aprirà una nuova videata e dal menu a tendina si potrà scegliere la parte difesa tra i partecipanti inseriti precedentemente.
Confermati i dati prescelti verranno inseriti nel campo “Parte Rappresentata”.
Cliccare il tasto “Avanti”.
Spuntare la casella “Esecutivo” se necessario, selezionare il tipo di decreto ed inserire l'importo della somma richiesta nel decreto ingiuntivo.
Cliccare sul tasto “Avanti”.
Questa videata rappresenta la parte di creazione della busta contenente tutti i dati precedentemente immessi.
Il pulsante “Imposta” inserisce l'atto principale da spedire che, come detto molte volte, deve essere esclusivamente nel formato PDF testuale e non un file PDF acquisito con lo scanner. 
Abbiamo detto che tale atto deve necessariamente essere denominato semplicemente "ricorso".
Se il file PDF non fosse acquisito in maniera corretta il software darebbe un messaggio di errore.
INSERIMENTO DEGLI ALLEGATI

Per poter essere correttamente visualizzati nella console del magistrato, gli atti ed i documenti devono essere acquisiti tramite il redattore con la seguente sequenza:
1) RICORSO
2) PROCURA
3) NOTA DI ISCRIZIONE A RUOLO
4) CONTRIBUTO UNIFICATO
5) INDICE
6) ALLEGATI
7) NOTA SPESE 
per la procura e contributo unificato SLpct prevede un inserimento ad hoc; tutti gli altri sono "allegati generici".
Apprezzerete il fatto di aver preventivamente inserito tutti questi allegati in una unica cartella e di averli denominati correttamente.
Dopo aver inserito tutti gli allegati, premendo “Crea busta” si accederà alla sezione relativa alla firma. È possibile che venga visualizzato un messaggio d'errore se fra gli allegati non vengono trovate la ricevuta di pagamento del contributo unificato o la procura alle liti.
pulsanti per la firma: “Firma tutto” e “Firma”. 
Con il pulsante “Firma” si può firmare singolarmente ogni documento. 
I DOCUMENTI CHE OCCORRE FIRMARE
Non vanno firmati tutti i documenti e tutti gli allegati, bensì esclusivamente i seguenti:
- DATI ATTO. xml
- RICORSO
- PROCURA
- NOTA DI ISCRIZIONE A RUOLO 
- INDICE
- NOTA SPESE

Nel caso dell'atto principale (RICORSO) dovrà essere verificata la conformità con il pulsante “Visualizza confronto”. A questo punto verranno visualizzati sul browser l'atto principale (PDF) e i dati strutturati (XML). Dopo aver verificato i dati a confronto e chiuso la pagina del browser dovrà essere vistato “conformità verificata tra atto (PDF) e dati strutturati (XML)”. Cliccato sul pulsante “Chiudi” verrà richiesto il PIN della firma digitale.
Dopo aver digitato il PIN il programma segnalerà la correttezza della firma.
Se il programma restituisce errore le possibili cause sono, oltre al pin errato, problemi di lettura del certificato per la smart card non inserita o non installata correttamente.
Dopo aver firmato tutti i file con il pulsante “Crea Busta” viene creato il file Atto. enc nella cartella specificata all'inizio della procedura (Documenti\SLpct\<codice fiscale Professionista>\anno\data - <Identificativo busta>). A seconda della pesantezza della busta è possibile che il programma impieghi anche del tempo.
“Salva busta in” consente di salvare una copia di Atto. enc in una posizione diversa come ad esempio sul Desktop.
FINITO

Adesso si tratterà semplicemente di inviare per mezzo della PEC il file "Atto.enc" alla cancelleria del Tribunale competente. Abbiamo trattato di questo procedimento in un post apposito, per leggerlo clicca qui.

mercoledì 4 marzo 2015

ISTRUZIONI PER IL DEPOSITO TELEMATICO DEGLI ATTI DELLE ESECUZIONI MOBILIARI

Tribunale di Roma protocollo 19.06.2014 sul PCT. Convenzione specifica per procedure esecutive e concorsuali

Nuove procedure in vigore dal 11.12.2014
Fonte: Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma

Care Colleghe e cari Colleghi,
a seguito dell’esperienza pratica acquisita nel primo periodo di prova di attuazione del processo civile telematico nelle procedure esecutive mobiliari innanzi al Tribunale di Roma, sono state apportate alcune modifiche al Protocollo d’intesa già sottoscritto con il Presidente della Sezione IV bis, Dott. Vigorito.
Ecco le nuove istruzioni pratiche per le diverse fattispecie:

 












martedì 1 luglio 2014

TRASMISSIONE TELEMATICA DI UN ATTO USANDO LA PEC (Posta Elettronica Certificata)

Usando il programma SLpct abbiamo creato la busta con dentro i nostri documenti firmati, tale busta ha l'aspetto di un unico file chiamato "Atto.enc".
Ricordiamo che tale file:
1) Può essere aperto esclusivamente dal destinatario, ossia dalla cancelleria della Curia che abbiamo indicato nella procedura di formazione della busta (quindi, nemmeno noi che lo abbiamo creato, possiamo aprirlo)
2) ".enc" è un tipo di estensione di un file compresso (come .zip, .rar ecc)
3) MAI modificare il nome del file: si chiama "Atto.enc" e questo nome non va mai cambiato. Certamente tutte le buste che formiamo si chiameranno in questo modo, e non siamo in grado di distinuere la busta che contiene un atto per una causa, rispetto a quella per un'altra causa, ma questo non ci deve riguardare. Una volta spedito il file Atto.enc esso va cestinato. Il programma SLpct avrà già conservato una copia di tutti i documenti in esso contenuti in una cartella ad hoc, ed in più tali documenti (al contrario del file Atto.enc) sono da noi consultabili.

Dopo questo riassunto passiamo alla spedizione vera e propria. 
Si tratta di una operazione molto semplice, è sufficiente seguire poche regole.
Come detto in altro post
Una volta creata la busta, il programma SLpct vi offre una duplice possibilità: spedire il file "Atto.enc" (premendo il tasto 'Invia deposito'), oppure salvarlo sul vostro computer (premendo il tasto 'Salva busta in') per spedirlo in un secondo momento. Se scegliete la prima strada si aprirà il programma di gestione della posta elettronica (es. Outlook, Mozilla Thunderbird ecc.) che avrete indicato tra le preferenze. 
Scegliete questa strada che il vostro programma di gestione di posta elettronica off-line è già configurato per la gestione della vostra PEC. Non potete usare questa strada se avete intenzione di usare la PEC via Webmail (ossia collegandovi al sito internet della vostra PEC e spedire la busta direttamente da lì una volta introdotte le vostre credenziali) La seconda strada ('Salva busta in') sarà scelta da coloro che intendono spedire attraverso la Webmail della propria PEC.
Personalmente io preferisco la seconda strada e tratterò di questa procedura.
1) Collegatevi al sito internet del fornitore della vostra casella PEC (es. https://webmail.legalmail.infocert.it/webmail/Login)
2) Effettuate il Log in inserendo le vostre credenziali (ID e password)
3) Cliccate su 'Nuovo messaggio'
4) Scegliete il destinatario della PEC. Si tratterà ovviamente dell'indirizzo PEC (sottolineo PEC) della cancelleria della Curia, preposto alla ricezione degli atti. L'elenco di queste PEC è consultabile dal sito del ministero della Giustizia:   http://pst.giustizia.it/PST/it/pst_2_4.wp
5) Inserite l'Oggetto. ATTENZIONE: l'unica regola da seguire assolutamente consiste nello scrivere la parola 'DEPOSITO' all'inizio dell'oggetto. E' obbligatorio che questa parola compaia nella voce 'oggetto' e che compaia come prima parola (all'inizio)
dunque questa formula è corretta e sufficiente:
Oggetto: DEPOSITO
Personalmente, per mia comodità, aggiungo altre informazioni che mi aiuteranno a reperire il messaggio spedito a distanza di tempo. Questa è la formula che uso io, ma, ripeto, non è indispensabile
Oggetto: DEPOSITO Trib xxx RG n. xxx/xxxx - <nome giudice> - <Tipo atto, es: Repliche> - <nomi parti>

6) Allegate la busta, ossia il file 'Atto.enc'
Attenzione:
- L'allegato Atto.enc non può mai avere una dimensione superiore a 30MB 
- Qualora l'allegato superi la dimensione consentita di 30MB è necessario effettuare due depositi, per cui occorrerà creare una nuova busta, mettendo nella prima il solo atto (o atto + qualche allegato), e nella seconda i restanti allegati. Importante: la prima busta si chiamerà 'Atto.enc' e la seconda ugualmente 'Atto.enc'. Scartate l'idea di rinominarla come 'Atto 2'.enc. Il file 'Atto.enc' non va modificato per nessun motivo. Come farete a distinguerli? Non li dovete distinguere: salverete i due file (buste) in due cartelle diverse (avendo lo stesso nome, non possono coesistere nella stessa cartella); spedirete il primo file inserendo nella casella oggetto il nome: 'DEPOSITO 1 di 2'. L'aggiunta 1/2 non è indispensabile ma sarà utilissima a voi ed al cancelliere per avvisare che si tratta di una spedizione che presuppone un seguito. Spedirete il secondo file inserendo nella casella oggetto il nome: 'DEPOSITO 2 di 2'.
Come vedete si tratta di una difficoltà che è molto meglio evitare quando è possibile. Per questo motivo occorre seguire alcune accortezze: Ciò che aumenta di molto la grandezza di un file è il modo in cui vengono scansionati i documenti cartacei. A meno che non vi siano esigenze particolari, scansionate in modalità "Testo". La modalità "colore" o "scala di grigi" appesantisce enormemente il file. 
Una risoluzione di 300 dpi (Testo) è più che ottima, non c'è ragione per usare risoluzioni maggiori. Le istruzioni del Ministero suggeriscono risoluzioni molto inferiori, ma io non scenderei mai sotto i 100 dpi. Ricordate inoltre che la procedura di firma digitale aumenta la dimensione del file, per cui firmate solo ciò che è veramente necessario (non firmate gli allegati, a meno che non si tratti della procura o gli altri allegati per i quali la firma è obbligatoria)
- Il messaggio può contenere soltanto un file allegato
- L'unico file allegato deve obbligatoriamente chiamarsi 'Atto.enc' per questo abbandonate l'idea di cambiargli nome per renderlo identificabile, es aggiungendo il numero di RG.

7) Lasciate vuoto il campo 'testo del messaggio'. La cancelleria NON legge la vostra PEC. Si limita a prendere il file allegato, a scompattarlo ed ad inserire automaticamente il contenuto del solo file 'Atto.enc' dove deve essere inserito

8) Spedite la PEC. Il deposito si intende validamente effettuato quando riceverete, nella vostra casella PEC, il secondo avviso di consegna. Il primo avviso rappresenta la presa in carico al Provider della vostra PEC. Il secondo avviso invece è quello che conta, perchè dimostra la consegna in cancelleria.
Questi avvisi vanno ovviamente conservati come prova del deposito in cancelleria.

Il giorno successivo, il vostro deposito dovrebbe comparire tra le annotazioni del fascicolo, consultabile via web, 
o in forma anonima (accessibile a chiunque anche senza autenticazione con smart card) all'indirizzo: http://pst.giustizia.it/PST/it/pst_2_6.wp
oppure entrando in PCT attraverso il punto di accesso alla giustizia (https://pst.giustizia.it/PST/authentication/it/pst_ar.wp), ed usando la propria smart card, per accedere ai propri fascicoli.

Come faccio a leggere l'atto depositato dal Collega di controparte?
Molto semplice: 
entrate in PCT attraverso il punto di accesso alla giustizia, accreditatevi con la vostra smart card, accedete al fascicolo che vi interessa, individuate l'atto depositato da controparte, e scaricatelo sul vostro computer.

lunedì 3 febbraio 2014

DEPOSITO TELEMATICO DI UN ATTO ENDOPROCESSUALE (note ex art. 183 e 190 cpc)

Nel processo telematico (PCT), la trasmissione (deposito telematico) di un atto giudiziario, avviene attraverso un programma software denominato "redattore atti". Contrariamente a quanto il nome lascerebbe immaginare non si tratta di un software per la scrittura (redazione) di un atto, bensì per l' "imbustamento" di un atto già redatto e trasformato in file PDF (istruzioni), nonchè per la sottoscrizione con firma digitale del medesimo. La trasmissione telematica di un atto pertanto presuppone la installazione del software "redattore atti" (istruzioni), il quale a propria volta ne presuppone il settaggio (istruzioni), e prima ancora presuppone la installazione, sul computer del mittente, del dispositivo per la firma digitale e la configurazione del browser (istruzioni per Win Mac e Linux). 
Come anticipato, in questo blog si tratterà esclusivamente di un "redattore atti": SLpct (scaricabile da qui o dai link a sinistra di questo blog) perchè esso è l'unico gratuito, ed è stato realizzato da Evoluzioni Software s.p.a. per la Regione Toscana, la quale lo ha messo a disposizione di tutti gli avvocati italiani. Ovviamente in commercio esistono molti altri "redattori atti" che possono essere utilizzati in alternativa a SLpct.

Si presuppone pertanto che avremo il nostro atto (note 183 o 190 cpc), trasformato in file PDF (istruzioni), pronto per essere spedito telematicamente alla cancelleria del Tribunale.
Insieme ad esso avremo eventualmente altri allegati da depositare nel nostro fascicolo (classico esempio: la nota spese che accompagna le note conclusionali, oppure documenti da depositare insieme alle note 183 n. 2). In questo caso non è indispensabile, ma è consigliato, usare il formato PDF.
Nè gli atti, nè gli allegati vanno sottoscritti con firma digitale prima dell' "imbustamento" con il Redattore Atti. La firma sarà infatti apposta, ai soli atti, durante il procedimento di imbustamento. Gli allegati (salvo i casi che vedremo) non vanno sottoscritti con firma digitale.
>>> ATTENZIONE. Vi è una differenza importante tra gli atti e gli allegati. Gli atti devono essere trasformati in "PDF testuale", mentre gli allegati possono essere in vari formati, sia PDF (testuale o grafico è indifferente) sia in altri formati (es. DOC, JPG). Per approfondire la differenza tra PDF testuale e grafico leggi qui. In sostanza è consentito usare lo scanner per trasformare un documento cartaceo in un PDF o altro da inviare telematicamente. Non è invece assolutamente ammesso l'uso dello scanner per gli atti processuali.

Collegate al computer il vostro dispositivo di firma digitale, ed aprite il programma SLpct 
1 - Selezionate, nella casella più in alto, il vostro codice fiscale. ATTENZIONE Nel caso in cui non foste l'unico utilizzatore del programma SLpct (ossia, nel caso in cui siano stati inseriti più codici fiscali), dovrete accertarvi che il vostro codice fiscale sia attualmente associato alla qualifica "Mittente". Premete pertanto File - Professionisti e cliccate sul vostro codice fiscale. Si aprirà una finestra. Controllate che sia spuntato il quadratino accanto a: 'Mittente di buste per via telematica'. In caso contrario selezionatelo. Premete 'Conferma' - 'Esci'.
2 - Lasciate inalterato il campo 'Cartella'
3 - 'Identificativo busta'. Se avete già inviato telematicamente un atto per la medesima pratica selezionate la cartella con il tasto a destra. In caso contrario inserite un nome (es il nome delle parti) che identifichi chiaramente la pratica.
4 - Poiché ci accingiamo ad inviare un atto endoprocessuale, si suppone che conosciate perfettamente il Registro (contenzioso - lavoro - volontaria giurisdizione ecc) - Ruolo - Oggetto - Grado e Tipo Parte del procedimento per il quale vi apprestate ad inviare l'atto. Pertanto selezionateli.
>>> SUGGERIMENTO <<<
La selezione dell' 'Oggetto' potrebbe essere difficoltosa o essere fonte di incertezza. Per velocizzare la scelta ed andare sul sicuro è consigliabile scegliere la medesima catalogazione assegnata dalla cancelleria a quel procedimento. Come conoscere tale catalogazione? Semplice, basta accedere alla 'Consultazione pubblica dei registri' (non occorre autenticazione con smart card) del portale dei Servizi Telematici (PST) del Ministero di Giustizia, cliccando semplicemente qui. Scegliete la Curia, inserite il numero di ruolo, e controllate nella sezione 'Oggetto' la catalogazione assegnata dalla cancelleria. Adottate anche voi la medesima scelta.
5 - Ignorate il campo 'Tipo Atto' (si riferisce all'atto introduttivo, che non ci interessa in questa sede) e scegliete piuttosto l'atto che vi apprestate ad inviare dall'elenco della finestra in basso. Opportunamente gli atti sono suddivisi in fase introdutiva, di trattazione, istruttoria (note 183 cpc) e decisoria (note 190 cpc conclusionali e repliche)
premete il tasto 'Avanti' 

>>> SOLUZIONE. In ambiente linux è possibile che possa aprirsi la finestra di dialogo:
 "java.lang.Exception:
Impossibile trovare il file
'/home/<tua cartella>/Schema20131120/Atti/CorsoCausa.xsd':
impossibile continuare."
Il programma SLpct cerca la cartella 'Schema20131120' dove si aspetta di trovarla e dove invece non c'è. E' sufficiente metterla dove il programma la cerca.
Chiudete la finestra di dialogo ed entrate nella cartella 'SLpct_linux/SLpct'
es: File system/home/<tua cartella>/Scaricati/SLpct_linux/SLpct
tagliate (selezione e Ctrl + x) tutta la cartella 'Schema20131120'
ed incollatela (Ctrl + v) nella cartella '<tua cartella>'
es: File system/home/<tua cartella>
Tornate al programma SLpct e vedrete che il problema è ora risolto.

Nella schermata successiva vi verrà chiesto di indicare i seguenti campi obbligatori:
1 - Ufficio (Tribunale di Roma, ecc.)
2 - Numero di procedimento (Ruolo Generale)
3 - Anno
Vi sono poi altri campi che potete lasciare vuoti, tra cui i riferimenti dell'atto (ossia annotazioni per la cancelleria).
premete il tasto 'Avanti' 

Nella schermata successiva, a seconda del tipo di atto che intendete depositare, vi sarà data la opportunità di effettuare vari inserimenti. In tutti i casi vi verrà richiesto di inserire la domanda presente nel vostro atto introduttivo o nelle conclusioni. Vi suggerisco di aprire il file del vostro atto introduttivo e fare il copia / incolla delle conclusioni. Ovviamente se avete modificato la vostra domanda in sede di precisazione delle conclusioni, dovrete inserire in questa sede la domanda così come modificata.
>>>> ATTENZIONE. Se avrete l'impressione che non funzioni il copia / incolla ciò sarà dovuto esclusivamente al fatto che la finestra non accetta un numero di caratteri superiore a 1.986 (inclusi gli spazi vuoti). Pertanto dovrete necessariamente procedere a sfrondare le parti sacrificabili delle vostre conclusioni.
premete il tasto 'Avanti' 

Nella schermata successiva il programma procederà all'imbustamento di atti ed allegati. 
1 - Sarà evidenziato il campo '<IMPOSTARE L'ATTO PRINCIPALE>
La terminologia è un poco criptica, ci si chiede semplicemente di caricare in SLpct l'atto giudiziario vero e proprio (ossia le note 183 o 190 cpc), mentre la nota spese o gli allegati, saranno caricati successivamente. 
Per caricare l'atto premete il tasto 'Imposta' (sarebbe stato più chiaro chiamarlo 'Carica')
Si aprirà una finestra, cercate il vostro atto (ricordate: deve essere in formato 'PDF testuale') e premete il tasto 'Apri'.
2 - Se avete anche altri documenti da caricare premete il tasto 'Allega'. Si aprirà una finestra per la scelta del tipo di allegato. La scelta è vincolata e si può scegliere pertanto solo tra:
- Allegato semplice
- Procura alle liti
- Nota di iscrizione a ruolo
- Ricevuta pagamento contributo unificato
Non esiste una categoria specifica per la "Nota spese", per cui sarà giocoforza necessario scegliere 'Allegato semplice'
Si è anticipato che non è necessario sottoscrivere, con firma digitale, gli allegati semplici. Ciò non significa che sia vietato. Il "redattore atti" SLpct non consente di sottoscrivere gli allegati semplici. Altri software di "redattore atti" lo consentono, tuttavia considerate che, una volta sottoscritto digitalmente, il documento aumenta considerevolmente di peso, e vi è un limite di 20 Mb per la intera busta. Se si supera tale limite sarà necessario procedere ad un invio telematico frazionato, il che comporta delle complicazioni che, potendo, è preferibile evitare.
Una volta selezionato il tipo di allegato premete il tasto 'Conferma'
Selezionate il file da allegare (es. Nota spese) e premete il tasto 'Apri'.
Come detto non è obbligatorio che l'allegato sia un file 'PDF testuale', ma è tuttavia obbligatorio che sia un file PDF. Dunque gli allegati saranno tutti PDF, o testuali o grafici, ma comunque PDF.
3 - Con il tasto 'Apri' è possibile controllare che il file che ci accingiamo ad inviare sia effettivamente quello da noi voluto. Con il tasto 'Elimina' si scarica un documento caricato per errore e che non vogliamo imbustare per l'invio telematico.
Quando sarete certi che, atto ed allegati siano proprio quelli che volete imbustare ed inviare telematicamente, potete procedere al passo successivo.
Premete il tasto 'Crea busta'
Si aprirà una finestra, con la quale potrete sottoscrivere digitalmente gli atti (ed eventualmente gli allegati)
Nella finestra compariranno, quantomeno, due documenti. Iniziando dall'alto:
1 - <>..... DatiAtto.xlm
Questo documento contiene l'indice di quanto ci si appresta a spedire.
>>> ATTENZIONE. Esso deve essere necessariamente firmato digitalmente. Molti colleghi si chiedono come mai, dopo aver sottoscritto l'atto, il programma non procede alla creazione della busta. Il motivo è proprio questo: non è stato sottoscritto digitalmente il documento "DatiAtto.xlm". Il programma SLpct avrebbe dovuto essere maggiormente chiaro su questo punto.
2 -  A....... <nome file atto principale.PDF>
Si tratta del nostro atto processuale principale. Quello che deve necessariamente essere in formato "PDF testuale". Anche questo file deve essere necessariamente sottoscritto digitalmente
Per apporre la firma digitale è possibile usare o il tasto 'Firma', oppure quello 'Firma tutto'. Se non avete caricato allegati che non debbono essere firmati, è possibile scegliere il secondo tasto. Negli altri casi invece provvederete ad evidenziare ogni singolo file da firmare, e procederete alla sua sottoscrizione digitale.
In caso di sottoscrizione digitale di ogni singolo file:
- Selezionate il file da firmare
- Premete il tasto 'Firma'
- Si aprirà una finestra. Lasciate inalterati i campi 'Selezionare i file di libreria..' e 'Slot'. Preoccupatevi soltanto di inserire il vostro PIN corretto e di premere il tasto 'Firma'.
Se tutto è andato come deve, la finestra si chiuderà automaticamente e comparirà, sotto il file da voi sottoscritto, il simbolo di una penna, oltre al nome e codice fiscale del sottoscrittore.
Per l'atto processuale principale la procedura presenta una leggera variante. 
- Selezionate il file da firmare
- Premete il tasto 'Firma'
- Si aprirà la finestra 'Verifica di conformità'. Di cosa si tratta? Molto semplicemente, poiché l'atto che vi apprestate a sottoscrivere è particolarmente importante, si richiede che prima di apporre la firma il sottoscrittore dia un'ultima occhiata, sia al file PDF, sia ai dati riassuntivi che accompagnano l'atto (Ruolo Generale, testo delle conclusioni ecc.)
- Premete il tasto 'Visualizza confronto'. Si aprirà il browser (programma di navigazione in internet) che vi mostrerà sia l'atto in PDF che i dati riassuntivi. Dopo aver controllato tutto, tornate al programma SLpct.
- Ora potete spuntare la casella accanto a 'Conformità verificata tra atto e dati strutturati'
- Premete il tasto 'Chiudi'
- Si aprirà una finestra. Lasciate inalterati i campi 'Selezionare i file di libreria..' e 'Slot'. Preoccupatevi soltanto di inserire il vostro PIN corretto e di premere il tasto 'Firma'.
Se tutto è andato come deve, la finestra si chiuderà automaticamente e comparirà, sotto il file da voi sottoscritto, il simbolo di una penna, oltre al nome e codice fiscale del sottoscrittore
Nella finestra potranno poi comparire altri file. Si tratta degli allegati che avrete eventualmente caricato.
Alcuni di essi vanno necessariamente sottoscritti con firma digitale.
Gli allegati che è obbligatorio sottoscrivere digitalmente:
- Procura alle liti (vedremo in altro post come deve essere acquisita)
- Nota di iscrizione a ruolo
- Ricevuta di versamento del contributo unificato

Come è facile notare, tali allegati non riguardano gli atti endoprocessuali.
Gli allegati comuni (documenti da depositare con le note ex art. 193 n. 2 e 3 cpc) non hanno bisogno di essere firmati digitalmente.
E' anzi sconsigliabile sottoscrivere gli allegati, perché la firma digitale comporta un notevole aumento di peso del file, ed esiste il limite di 20 Mb per la busta da inviare nel processo telematico (PCT). Il software SLpct non consente nemmeno la loro sottoscrizione.
Una volta controllato che nella finestra siano presenti tutti i file che intendiamo inserire nella busta; ed una volta controllato che, i file che intendiamo sottoscrivere con firma digitale siano stati effettivamente sottoscritti, possiamo finalmente chiudere la busta.
Premete il tasto 'Crea busta'

Una finestra di dialogo vi confermerà che il file "Atto.enc"(*) è stato creato con successo.
SLpct vi offre a questo punto una duplice possibilità: spedire il file "Atto.enc" (premendo il tasto 'Invia deposito'), oppure salvarlo sul vostro computer (premendo il tasto 'Salva busta in') per spedirlo in un secondo momento.
Se scegliete la prima strada si aprirà un programma di gestione della posta elettronica (es. Outlook, Mozilla Thunderbird ecc.). Scegliete questa strada che il vostro programma di gestione di posta elettronica è già configurato per la gestione della vostra PEC. 
In caso contrario scegliete la seconda strada.
Personalmente io preferisco la seconda strada e tratterò di questa procedura.
Potete chiudere il programma SLpct.
Adesso la busta è pronta per essere spedita via PEC (posta elettronica certificata) alla cancelleria del Tribunale dove l'atto va depositato telematicamente. Di questo ci occuperemo in un post successivo.

(*) Cosa vuol dire "Atto.enc"? La estensione ".enc" indica un file (nel nostro caso una cartella) compresso. Quindi ".enc" equivale a ".zip" o ".rar" ecc. Si tratta tuttavia di una compressione speciale: per scompattarla occorre un programma apposito. Il nome "Atto" non deve assolutamente essere modificato. La cancelleria non accetterebbe un file diverso da "Atto.enc"

sabato 1 febbraio 2014

SETTAGGIO DEL REDATTORE ATTI

Il settaggio del redattore atti presuppone che abbiate già provveduto alla installazione della firma digitale e configurazione del browser (istruzioni per Win Mac e Linux), oltre che abbiate installato il redattore atti (istruzioni).

Una volta installato il Redattore Atti SLpct  si aprirà una finestra di dialogo: “Nessun certificato presente: si procederà adesso all’installazione dei certificati degli uffici giudiziari. Proseguire con l’installazione?”. Premete il tasto ‘SI’
Si aprirà una seconda finestra di dialogo: “Scaricare solo gli uffici che consentono il deposito telematico della busta?”
Anche in questo caso rispondete in senso affermativo, sarebbe infatti inutile scaricare i certificati di Tribunali che non sono abilitati al processo telematico (PCT).
Se un Tribunale non accetta il deposito telematico degli atti, è inutile usare il redattore a tale scopo.  
Viene a questo punto richiesto il consenso per la modifica delle impostazioni Java per la crittografia JCE (Java Cryptography Extension). Premete il tasto 'SI'. 
Per rendere effettive le modifiche occorre uscire dal programma SLpct e rientrare.
Se viene nuovamente richiesta l'autorizzazione per JCE vuol dire che in precedenza si era dato l'assenso senza avere i diritti di amministratore, per cui esso è stato ignorato. E' indispensabile uscire da SLpct, evidenziare la icona di SLpct, tasto destro, selezionare 'Esegui come amministratore' ed esprimere nuovamente il consenso a JCE.
Se non si aprono ulteriori finestre di dialogo, la installazione è completa ed il programma SLpct utilizzabile. 

* * *
In ambiente Linux la installazione di JCE (Java Cryptography Extension) è più complessa. Procedete come segue:
1 – Chiudete il programma SLpct
2 – Scaricate JCE per Ubuntu ciccando qui. Scorrete fino in fondo alla pagina e ciccate sul tasto ‘download’ accanto al testo “Java Cryptography Extension (JCE) Unlimited Strength Jurisdiction Policy Files 7”.
Nel caso in cui il file JCE non fosse più disponibile scaricate dal link a sinistra del presente blog, oppure cliccando qui.
3 – Dezippate il file che avete scaricato. All’interno troverete due file local_policy.jar e US_export_policy.jar. Questi due file devono prendere il posto di quelli, già esistenti sul vostro PC con il medesimo nome.
4 – I due file si trovano nella cartella 'jre', dovete individuare in quale cartella del vostro PC si trova la cartella 'jre'. Tentate di verificare se si trova in:

File system/opt/jdk1.6.0_24 oppure in File system/usr/lib/jvm/java-7-oracle

Se non la trovate, usate il tasto ‘cerca’ in alto a destra di qualsiasi cartella. Settate: 'Posizione – File system' e premete ‘aggiorna’. Attendete. Quando comparirà la cartella ‘jre’. Ciccateci sopra con il tasto destro e scegliete 'proprietà'. In 'Generali – posizione' comparirà il percorso dove si trova la cartella 'jre'
5 – Entrate nella cartella 'jre' seguendo il percorso che avete scoperto (iniziate entrando in 'File system'). Una volta dentro la cartella 'jre' entrate nella cartella 'lib' e poi 'security'.
6 – Fate un back up di sicurezza, ossia copiate i due file local_policy.jar e US_export_policy.jar ed incollateli dentro una cartella creata sul desktop.
7 – Rimpiazzate i due file esistenti con quelli scaricati. Poiché la cartella 'jre' è protetta, non potete eliminare i vecchi file, né potete incollare dentro i nuovi. Dovete operare con il terminale. Aprite il programma "Terminale" e scrivete (o meglio fate copia/incolla. Ricordate che per incollare all’interno del terminale dovete premere contemporaneamente i tasti shift+ctrl+V)

cd <percorso della cartella dove avete scaricato i file>
es: cd /home/myfolder/Scaricati

sudo cp local_policy.jar <percorso della cartella dove sono i vecchi file>
es: sudo cp local_policy.jar /usr/lib/jvm/java-7-oracle/jre/lib/security

sudo cp US_export_policy.jar <percorso della cartella dove sono i vecchi file>
es: sudo cp US_export_policy.jar /usr/lib/jvm/java-7-oracle/jre/lib/security

Chiudete Terminale
Aprite nuovamente il programma SLpct (doppio click sul file ‘slpct_run’)
Se tutto è a posto non si aprirà più la finestra di avviso sull’assenza di JCE.
Potete adesso usare il programma
* * *

Settaggio di SLpct
'Codice fiscale del mittente' (prima finestra dall'alto)
La prima cosa da fare è inserire il codice fiscale dell'avvocato che utilizzerà il programma, ossia colui che effettuerà i depositi di atti (in sostanza il titolare dello studio).
Premete File - Professionisti - Nuovo

Si aprirà una finestra. 
1 - Per prima cosa spuntate la casella 'Mittente di buste per via telematica'
2 - Inserite Nome Cognome e Codice Fiscale del titolare di studio.
Nel caso (raro in verità) che più avvocati utilizzino lo stesso programma SLpct, installato sul medemo computer, ognuno per inviare i propri atti a proprio nome, per il processo telematico (PCT), sarà possibile inserire più di una anagtafica nella rubrica professionisti. In tal cose è tuttavia di fondamentale importanza che, il professionista che si accinge ad inviare telematicamente il proprio atto, dovrà, non solo controllare che sia selezionato il proprio codice fiscale, bensì anche che sia stata spuntata la casella 'Mittente di buste per via telematica' nella propria anagrafica. Il programma infatti, per evitare errori, non consente che più di una anagrafica sia attiva con qualifica di mittente.
3 - Gli altri campi (indirizzi) non sono obbligatori. Il mio consiglio è quello di lasciarli vuoti, a meno che il professionista non usi mai domicialiazioni diverse rispetto al proprio studio

'Cartella' (seconda finestra dall'alto)
Di cosa si tratta? Semplicemente del modo nel quale vogliamo che vengano conservati, nel nostro computer, gli atti telematici inviati in cancelleria per il processo telematico (PCT) 
E' possibile scegliere tra tre soluzioni:
- Libera
- Suddivisione automatica per anno
- Suddivisione automatica per anno e data (default)
A mio avviso la scelta migliore è quella proposta di default. Immaginiamo infatti di avere bisogno, in futuro, di recuperare l'atto che avremo inviato telematicamente.
Probabilmente vorremo che l'atto fosse stato conservato con un criterio per nulla discrezionale e facilmente ricavabile.
Ebbene il criterio che meglio risponde a queste esigenze è quello cronologico.
Risaliremo alla data di scadenza dell'atto e lo cercheremo nei giorni di poco anteriori rispetto a quel termine.
Qualunque sia la vostra scelta, una volta adottata, è altamente consigiato di non modificarla successivamente: in caso contrario recuperare un atto sarà impresa molto difficile.
Dove vengono conservati gli atti spediti telematicamente?
Se avrete scelto l'opzione 'Suddivisione automatica per anno e data' saranno in:
\Documenti\SLpct\<codice fiscale professionista>\anno\data - <identificativo busta>

Il settaggio del programma è terminato. 
Le indicazioni successive riguardano le procedure di invio dei singoli atti, per cui muteranno di volta in volta. Nei prossimi post vedremo come si invia telematicamente un atto endoprocessuale, e come si iscrive a ruolo un decreto ingiuntivo telematico.

INSTALLAZIONE REDATTORE ATTI SLpct (per Win, Mac e Linux)

In questo post illustreremo come si installa il redattore atti telematici SLpct. Ciò presuppone che abbiate già provveduto alla installazione della firma digitale e configurazione del browser (istruzioni per Win Mac e Linux).

Il "redattore atti" è un software indispensabile per il processo telematico (PCT), in commercio ve ne sono diversi, noi tratteremo tuttavia esclusivamente di SLpct (scaricabile da qui o dai link a sinistra di questo blog) in quanto esso è l'unico gratuito, realizzato da Evoluzioni Software s.p.a. per la Regione Toscana, la quale lo ha messo a disposizione di tutti gli avvocati italiani.

Precondizione per tutti i sistemi operativi. Occore scaricare la versione aggiornata di Java 32 bit dal sito web www.java.com 

Avvertenza

In ambiente Windows non usate Internet Explorer 64 bit per effettuare l’aggiornamento di Java perchè verrebbe selezionata automaticamente l’installazione di Java a 64 bit mentre SLpct necessita di Java 32 bit. 



SLpct per Windows 

1. Scaricate il file SetupSLpct.exe ciccando qui
Cliccare su “Esegui”
2. Scegliete come cartella d’installazione quella proposta di default. Premete “Installa”
3. Comparirà un messaggio per chiedere la conferma della creazione della cartella, dopodiché un ulteriore messaggio segnalerà che l’operazione è andata a buon fine.

SLpct per Macintosh 
1. Scaricate il file SLpct_mac.dmg.zip ciccando qui
2. Dezippate SLpct_mac.dmg.zip.
3. Aprite la cartella, all’interno troverete il file SLpct_mac.dmg. Fate doppio click sul file
4. Trascinate il file SLpct nella cartella Applicazioni

SLpct per Linux (Ubuntu) 
Per Ubuntu 11.10 e precedenti è necessario installare prima gnome-panel (serve per il launcher). Procedete come segue
Aprite il programma "Terminale" e scrivete (o meglio fate copia/incolla. Ricordate che per incollare all’interno del terminale dovete premere contemporaneamente i tasti shift+ctrl+V)

sudo apt-get install gnome-panel

1. Scaricate il file SLpct_linux.tar.gz ciccando qui 
2. Dezippate il file. Premete il tasto destro e scegliete ‘Apri con gestione archivi’ e poi: "Estrai qui"
3. Entrate nella cartella SLpct. Selezionate il file ‘slpct_run’ e premete il tasto destro. Scegliete: Proprietà - Permessi. Spuntate la casella ‘Consentire l’esecuzione del file come programma’. Chiudi.
4. Fate doppio click sul file ‘slpct_run’. Si aprirà una finestra. Premete il tasto ‘esegui nel terminale’
Potrebbe esservi richiesta la password per acquisire i diritti di amministratore.

ATTENZIONE
Una volta installato il programma verificate immediatamente se è richiesta la installazione supplementare di JCE (Java Cryptography Extension). Procedete in questo modo.
Lanciato il programma SLpct si aprirà una finestra di dialogo per chiedere se volete scaricare i certificati dei Tribunali. Ciccate il tasto 'SI'
Si aprirà una seconda finestra di dialogo: "Scaricare solo gli uffici che consentono il deposito telematico della busta?" Ciccate il tasto 'SI'
Se non si aprono ulteriori finestre di dialogo, la installazione è completa ed il programma
SLpct utilizzabile.
Se invece si dovesse aprire una terza finestra di dialogo con l’avviso che non risulta installato JCE (Java Cryptography Extension), procedete come segue:
1 – Chiudete il programma SLpct
2 – Scaricate JCE per Ubuntu ciccando qui. Scorrete fino in fondo alla pagina e ciccate sul tasto ‘download’ accanto al testo “Java Cryptography Extension (JCE) Unlimited Strength Jurisdiction Policy Files 7”.
Nel caso in cui il file JCE non fosse più disponibile scaricate dal link a sinistra del presente blog, oppure cliccando qui.
3 – Dezippate il file che avete scaricato. All’interno troverete due file local_policy.jar e US_export_policy.jar. Questi due file devono prendere il posto di quelli, già esistenti sul vostro PC con il medesimo nome.
4 – I due file si trovano nella cartella 'jre', dovete individuare in quale cartella del vostro PC si trova la cartella 'jre'. Tentate di verificare se si trova in:
File system/opt/jdk1.6.0_24 oppure in File system/usr/lib/jvm/java-7-oracle
Se non la trovate, usate il tasto ‘cerca’ in alto a destra di qualsiasi cartella. Settate: 'Posizione – File system' e premete ‘aggiorna’. Attendete. Quando comparirà la cartella ‘jre’. Ciccateci sopra con il tasto destro e scegliete 'proprietà'. In 'Generali – posizione' comparirà il percorso dove si trova la cartella 'jre'
5 – Entrate nella cartella 'jre' seguendo il percorso che avete scoperto (iniziate entrando in 'File system'). Una volta dentro la cartella 'jre' entrate nella cartella 'lib' e poi 'security'.
6 – Fate un back up di sicurezza, ossia copiate i due file local_policy.jar e US_export_policy.jar ed incollateli dentro una cartella creata sul desktop.
7 – Rimpiazzate i due file esistenti con quelli scaricati. Poiché la cartella 'jre' è protetta, non potete eliminare i vecchi file, né potete incollare dentro i nuovi. Dovete operare con il terminale. Aprite il programma "Terminale" e scrivete (o meglio fate copia/incolla. Ricordate che per incollare all’interno del terminale dovete premere contemporaneamente i tasti shift+ctrl+V)

cd <percorso della cartella dove avete scaricato i file> 

es: cd /home/myfolder/Scaricati 

sudo cp local_policy.jar <percorso della cartella dove sono i vecchi file> 
es: sudo cp local_policy.jar /usr/lib/jvm/java-7-oracle/jre/lib/security 

sudo cp US_export_policy.jar <percorso della cartella dove sono i vecchi file> 
es: sudo cp US_export_policy.jar /usr/lib/jvm/java-7-oracle/jre/lib/security 

Chiudete Terminale
Aprite nuovamente il programma SLpct (doppio click sul file ‘slpct_run’)
Se tutto è a posto non si aprirà più la finestra di avviso sull’assenza di JCE.
Potete adesso usare il programma